11/01/24

Agenzia delle Entrate e prescrizione dei crediti

Agenzia delle Entrate e prescrizione dei crediti: cos'è, come funziona e cosa fare

Cos'è la prescrizione?

La prescrizione è un istituto giuridico che determina l'estinzione di un diritto se il suo titolare non lo esercita per un periodo di tempo determinato dalla legge.

Nel caso dei crediti, la prescrizione significa che il creditore non può più chiedere al debitore il pagamento di quanto gli è dovuto.

Termini di prescrizione

Il termine ordinario di prescrizione dei crediti è di 10 anni.

Tuttavia, esistono delle eccezioni, con termini di prescrizione più brevi:

5 anni: crediti derivanti da reati, atti illeciti, bollette, rapporti di lavoro, tasse e imposte, multe stradali;

3 anni: crediti verso professionisti, bollo auto;

1 anno: commissioni di agenti immobiliari.

Che fare se si riceve una richiesta di pagamento

Se si riceve una richiesta di pagamento relativa a un debito prescritto, la prima cosa da fare è verificare il termine di prescrizione previsto dalla legge per quel tipo di credito.

Se il termine è già decorso, il debitore può ignorare la richiesta di pagamento.

Attenzione: questa regola non vale per le richieste di pagamento inviate dall'Agenzia delle Entrate. In questo caso, il debitore deve impugnare la richiesta di pagamento con ricorso.

Se invece il creditore agisce giudizialmente per il recupero del credito, il debitore dovrà eccepire la prescrizione nel corso del processo.

Eccezioni alla prescrizione

La prescrizione può essere interrotta dall'invio di un atto formale da parte del creditore, come la lettera di messa in mora.

In questo caso, il termine di prescrizione ricomincia a decorrere da capo.

L'atto interruttivo deve essere inviato al debitore con un metodo che ne attesti la ricezione, come la raccomandata con avviso di ricevimento o la posta elettronica certificata.

Conclusione

La prescrizione dei crediti è un istituto giuridico importante che può tutelare i debitori da richieste di pagamento ingiustificate.

È importante, quindi, conoscere i termini di prescrizione previsti dalla legge per il tipo di credito in questione e, in caso di richiesta di pagamento, verificare se il termine è già decorso.



Bonus mobili 2024

Il bonus mobili è un'agevolazione fiscale prevista dalla legge di bilancio 2020 che consiste in una detrazione IRPEF del 50% delle spese sostenute per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Le novità introdotte dalla legge di bilancio 2023 per il bonus mobili 2024 sono le seguenti:

Il tetto di spesa è ridotto a 5.000 euro. Fino al 31 dicembre 2023 il tetto massimo detraibile era invece fissato a 8.000 euro.

La detrazione spetta solo per gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2024.

Per poter usufruire del bonus mobili 2024 è necessario rispettare i seguenti requisiti:

Realizzare un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio 2023.

Acquistare mobili e grandi elettrodomestici nuovi di fabbrica.

Pagare i beni con bonifico bancario o postale, carta di credito o carta di debito.

I mobili e gli elettrodomestici che possono beneficiare della detrazione sono i seguenti:

Mobili per la casa, come armadi, letti, tavoli, sedie, divani, ecc.

Grandi elettrodomestici, come frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni, ecc.

La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Ad esempio, per un acquisto di mobili e elettrodomestici di 5.000 euro, la detrazione sarà di 2.500 euro all'anno per dieci anni.

Per richiedere la detrazione è necessario conservare i seguenti documenti:

Fatture o ricevute fiscali relative agli acquisti.

Ricevuta del bonifico bancario o postale, carta di credito o carta di debito.

Documenti attestanti l'inizio dei lavori di ristrutturazione.

La detrazione può essere richiesta in sede di dichiarazione dei redditi, utilizzando il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche.

28/12/23

1 gennaio 2024: entra in vigore l'Assegno di inclusione

Oggi, 28 dicembre 2023, è il termine ultimo per presentare domanda per l'Assegno di inclusione (ADI), la nuova misura di contrasto alla povertà e di inclusione sociale e lavorativa che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024.

L'ADI è una prestazione economica erogata dall'INPS attraverso una carta di pagamento elettronica ricaricabile, la Carta di Inclusione. L'importo dell'assegno è determinato sulla base dell'ISEE del nucleo familiare e della situazione reddituale del beneficiario e dei componenti del nucleo familiare.

Per poter richiedere l'ADI, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • residenza in Italia;
  • cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell'Unione Europea, di uno Stato parte dell'Accordo sullo Spazio economico europeo o di uno Stato non membro dell'Unione Europea con il quale sia in vigore una convenzione internazionale di sicurezza sociale;
  • regolare soggiorno in Italia, se cittadino di un paese non appartenente all'Unione Europea.

Inoltre, è necessario che il nucleo familiare del richiedente abbia un ISEE non superiore a:

  • 9.360 euro annui, se composto da un solo componente;
  • 18.720 euro annui, se composto da due componenti;
  • 28.080 euro annui, se composto da tre componenti;
  • 37.440 euro annui, se composto da quattro componenti;
  • 46.800 euro annui, se composto da cinque componenti;
  • 56.160 euro annui, se composto da sei componenti;
  • 65.520 euro annui, se composto da sette componenti;
  • 74.880 euro annui, se composto da otto componenti;
  • 84.240 euro annui, se composto da nove componenti o più.

L'ADI è cumulabile con altre misure di sostegno al reddito, come il Reddito di cittadinanza, il Reddito di emergenza, la Pensione di cittadinanza e l'Assegno unico e universale.

Le domande per l'ADI possono essere presentate online sul sito dell'INPS, presso i patronati o i CAF. Le domande presentate entro il 31 dicembre 2023 avranno decorrenza dal 1° gennaio 2024. Le domande presentate successivamente avranno decorrenza dal mese successivo a quello di presentazione.

27/12/23

COME DIVENTARE SMM

Per diventare un Social Media Manager (SMM) è necessario avere una serie di competenze e conoscenze, tra cui:

  • Competenze digitali: è essenziale conoscere i diversi social network e le loro funzionalità, nonché le tecniche di marketing digitale.
  • Competenze comunicative: un SMM deve essere in grado di comunicare efficacemente con il pubblico, sia attraverso la scrittura che attraverso l'immagine.
  • Competenze analitiche: è importante essere in grado di analizzare i dati per misurare l'efficacia delle proprie attività sui social network.
  • Competenze creative: un SMM deve essere in grado di creare contenuti originali e coinvolgenti.

Oltre a queste competenze, è importante avere anche una serie di soft skills, tra cui:

  • Passione per i social media: è fondamentale essere appassionati di questo settore e avere una buona conoscenza delle ultime tendenze.
  • Capacità di lavorare in autonomia: un SMM spesso lavora da solo, quindi è importante essere in grado di organizzarsi e gestire il proprio tempo in modo efficiente.
  • Capacità di lavorare in team: in alcuni casi, un SMM può collaborare con altri professionisti, quindi è importante essere in grado di lavorare in modo collaborativo.

Per acquisire le competenze e le conoscenze necessarie per diventare un SMM, è possibile seguire un percorso di studi formale, come una laurea o un master in comunicazione digitale o marketing, oppure optare per un percorso di formazione più informale, come corsi online o workshop.

Inoltre, è importante praticare regolarmente, creando contenuti sui social network e interagendo con altri utenti.

Una volta acquisite le competenze e le conoscenze necessarie, è possibile iniziare a cercare lavoro come SMM. Le opportunità di lavoro sono numerose, sia in aziende private che in enti pubblici.

Il salario di un SMM varia a seconda dell'esperienza, delle competenze e della posizione geografica. In Italia, lo stipendio medio di un SMM si aggira intorno ai 35.000 euro lordi annui.

Ecco alcuni consigli per diventare un SMM di successo:

  • Specializzati in un settore: è importante scegliere un settore di interesse, in modo da poter creare contenuti pertinenti e coinvolgenti.
  • Sii aggiornato sulle ultime tendenze: i social media sono in continua evoluzione, quindi è importante essere sempre aggiornati sulle ultime tendenze.
  • Collabora con altri professionisti: collaborare con altri professionisti, come designer, copywriter o fotografi, può aiutarti a creare contenuti di alta qualità.
  • Misura i risultati: è importante misurare i risultati delle proprie attività sui social network, in modo da poter apportare eventuali modifiche necessarie.

Se sei appassionato di social media e hai le competenze e le conoscenze necessarie, diventare un SMM può essere un'ottima opportunità di carriera.

22/12/23

CONCORDATO BIENNALE (FISCALE)

Il concordato preventivo biennale è una misura introdotta dalla riforma fiscale del 2022. Si tratta di uno strumento che consente ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomo, di definire in anticipo, per un periodo di due anni, la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell'IRAP.

La proposta di concordato è formulata dall'Agenzia delle Entrate, sulla base dei dati in proprio possesso, dell'acquisizione di alcuni dati necessari per l'elaborazione della proposta di concordato e di una specifica metodologia di calcolo approvata dal MEF e predisposta per ciascuna attività economica.

Il contribuente può accettare o rifiutare la proposta di concordato. In caso di accettazione, il concordato si perfeziona con la sottoscrizione di un'apposita dichiarazione.

I vantaggi dell'adesione al concordato preventivo biennale sono i seguenti:

Certezza dei tempi e delle modalità di pagamento delle imposte: il contribuente conosce in anticipo l'importo delle imposte dovute e le modalità di pagamento.

Riduzione dei costi: il contribuente può evitare di sostenere i costi di un eventuale contenzioso con l'Agenzia delle Entrate.

Possibilità di accedere a finanziamenti agevolati: le banche possono concedere finanziamenti agevolati ai contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale.

I requisiti per l'accesso al concordato preventivo biennale sono i seguenti:

essere un contribuente di minori dimensioni, titolare di reddito di impresa o di lavoro autonomo, residente nel territorio dello Stato.

Avere un reddito complessivo non superiore a 300.000 euro.

Non aver presentato in ritardo la dichiarazione dei redditi nei tre anni precedenti.

Non essere in stato di liquidazione o di fallimento.

Il concordato preventivo biennale è un'opportunità per i contribuenti di minori dimensioni di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo semplice e conveniente.

19/12/23

Calcolo IMU per tre mesi come fare

Il calcolo dell'IMU per un periodo ridotto di 3 mesi anziché 12 mesi è identico al calcolo per un periodo di 12 mesi, con la differenza che la base imponibile deve essere rapportata al numero di mesi di possesso.

In particolare, la base imponibile deve essere moltiplicata per il coefficiente di rapportabilità, che è pari a:

12 / (12 - mesi di possesso)

Ad esempio, se un immobile è stato acquistato il 1° giugno 2023, la base imponibile deve essere moltiplicata per il coefficiente di rapportabilità pari a:

12 / (12 - 6) = 12 / 6 = 2

Quindi, per calcolare l'IMU per un periodo di 3 mesi, si procede come segue:

  1. Si determina la base imponibile applicando la formula seguente:
Base imponibile = rendita catastale + 5 per cento x coefficiente catastale
  1. Si moltiplica la base imponibile per il coefficiente di rapportabilità.
  2. Si applica l'aliquota IMU.
  3. Si sottrae la detrazione, se prevista.

Ad esempio, se un immobile ha una rendita catastale di 1.000 euro e un coefficiente catastale di 1,2, la base imponibile è pari a 1.200 euro. Se il coefficiente di rapportabilità è pari a 2, la base imponibile da considerare per il calcolo dell'IMU è pari a 2.400 euro. Se l'aliquota IMU è pari al 10% e la detrazione per abitazione principale è pari a 200 euro, l'IMU dovuta è pari a:

(2.400 euro * 10%) - 200 euro = 220 euro

In conclusione, il calcolo dell'IMU per un periodo ridotto di 3 mesi si effettua moltiplicando la base imponibile per il coefficiente di rapportabilità, applicando poi l'aliquota IMU e sottraendo la detrazione, se prevista.

13/12/23

PROCEDURE CONCORSUALI

La riforma fiscale del 2022 ha introdotto una serie di novità in materia di crisi d'impresa, con l'obiettivo di favorire il risanamento delle imprese in difficoltà e a ridurre l'impatto fiscale delle procedure concorsuali.

Le principali novità riguardano:

La notifica degli atti impositivi: gli atti di accertamento, irrogazione di sanzioni e recupero dei crediti erariali dovranno essere notificati al curatore o al commissario giudiziale nel caso di fallimento, liquidazione coatta amministrativa o concordato preventivo.

La deducibilità delle perdite su crediti: è stato introdotto un nuovo regime di svalutazione dei crediti, che prevede la possibilità di dedurre una quota pari allo 0,50% del valore nominale dei crediti risultanti in bilancio, non coperti da garanzia. La svalutazione può essere effettuata indipendentemente dall'esistenza di elementi certi e precisi che rendano evidente l'insolvenza del debitore.

La detassazione delle sopravvenienze attive: le sopravvenienze attive da riduzione dei debiti, che si verificano in seguito all'ammissione dell'impresa a una delle procedure di crisi, sono esenti dall'imposta sul reddito delle società (IRES) e dall'imposta sul valore aggiunto (IVA).

Altre novità introdotte dalla riforma fiscale sono:

La possibilità di compensare le perdite fiscali maturate in precedenti esercizi con i redditi conseguiti in sede di concordato preventivo.

La possibilità di fruire delle agevolazioni fiscali previste per gli investimenti in startup innovative anche in caso di ammissione dell'impresa a una procedura di crisi.

In sintesi, le novità introdotte dalla riforma fiscale del 2022 mirano a rendere più agevole e meno oneroso il percorso di risanamento delle imprese in crisi, favorendo la continuità aziendale e la tutela dei creditori.

Agenzia delle Entrate e prescrizione dei crediti

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